Cronaca

75 Coltellate: Incapacità, non Crudeltà, secondo la difesa di Turetta

Il processo per l'omicidio di Giulia ha riservato una svolta inaspettata. La difesa di Turetta, accusato di aver inflitto 75 …

75 Coltellate: Incapacità, non Crudeltà, secondo la difesa di Turetta

I

Il processo per l'omicidio di Giulia ha riservato una svolta inaspettata. La difesa di Turetta, accusato di aver inflitto 75 coltellate alla vittima, ha sostenuto che il numero elevato di ferite non dimostra crudeltà, ma piuttosto incapacità nell'azione omicida. Secondo gli avvocati, la moltitudine di coltellate sarebbe la conseguenza di un'azione impulsiva e disorganizzata, non di un premeditato intento a infliggere sofferenza. Questa tesi, ovviamente, è stata accolta con sconcerto dalle parti civili, che hanno ribadito la gravità del gesto e la violenza inaudita perpetrata nei confronti di Giulia.

La perizia medico-legale ha dettagliatamente descritto le ferite, sottolineando la loro distribuzione sul corpo della vittima. Tuttavia, la difesa si concentra sull'interpretazione di questi dati, sostenendo che l'elevato numero di coltellate non riflette una volontà di tortura o di prolungare le sofferenze, ma piuttosto un'azione violenta, ma priva di metodo e di precisione. Si argomenta che se l'obiettivo fosse stato quello di infliggere sofferenza, il metodo sarebbe stato diverso, più mirato a zone vitali specifiche. La tesi della difesa si basa sull'ipotesi di un atto d'impulso, di un momento di follia incontrollata che ha portato a un'azione disordinata e incontrollata.

Le parti civili, invece, hanno contestato con forza questa interpretazione, sottolineando la brutalità dell'aggressione e l'orrore causato alla vittima e ai suoi familiari. Hanno evidenziato la sistematicità di alcune lesioni, che sembrano contrastare con l'ipotesi di un'azione puramente impulsiva. Il dibattimento prosegue e si attende la sentenza, che dovrà chiarire il peso delle prove e delle diverse interpretazioni presentate dalle parti in causa. La discussione si concentra dunque non solo sulla responsabilità di Turetta, ma anche sulla natura stessa dell'atto omicida e sulla possibilità di interpretare un gesto così violento alla luce di un'ipotesi di incapacità piuttosto che di crudeltà premeditata. Il caso solleva interrogativi complessi sulla capacità di interpretare la violenza e sulle sfumature che distinguono l'atto impulsivo da quello premeditato.

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