Educazione

Cacciari: I social travolgono i giovani. Solo la scuola può salvarli dalla disinformazione

Massimo Cacciari lancia un allarme sulla crisi del discernimento nella generazione digitale. Secondo il filosofo, i giovani si trovano a …

Cacciari: I social travolgono i giovani. Solo la scuola può salvarli dalla disinformazione

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Massimo Cacciari lancia un allarme sulla crisi del discernimento nella generazione digitale. Secondo il filosofo, i giovani si trovano a nuotare in un fiume in piena, travolti dall'ondata di informazioni – spesso disinformazione – che caratterizza i social network. La loro incapacità di orientarsi in questo mare magnum di dati, di distinguere il vero dal falso, rappresenta una grave minaccia per la formazione di cittadini consapevoli e critici.

Per Cacciari, la scuola rappresenta l'unico salvagente efficace contro questa deriva. Non si tratta solo di insegnare materie specifiche, ma di formare il pensiero critico, di educare alla capacità di analisi e alla comprensione delle fonti, di promuovere un approccio consapevole all'utilizzo delle nuove tecnologie. La scuola, secondo il filosofo, deve diventare un luogo di riflessione e di confronto, dove i giovani possano sviluppare le competenze necessarie per navigare con sicurezza nel mondo digitale, senza lasciarsi trasportare dalle correnti della manipolazione e dell'indottrinamento.

La mancanza di un'adeguata formazione in questo ambito, sostiene Cacciari, contribuisce ad alimentare il disinteresse e la passività tra i giovani, rendendoli facili prede di fake news e propaganda. L'impatto di questa situazione è potenzialmente devastante per la democrazia e per il futuro della società, mettendo a rischio la stessa capacità di partecipazione attiva e consapevole alla vita pubblica.

La critica di Cacciari si concentra sulla necessità di un cambio di paradigma nell'approccio all'educazione. Non basta fornire informazioni; è fondamentale insegnare a pensare, a ragionare criticamente, a discernere tra fonti attendibili e informazioni manipolate. Solo così, secondo il filosofo, i giovani potranno difendersi dalle insidie del mondo digitale e diventare cittadini responsabili e consapevoli.

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