Caso Paganelli: Dassilva rifiuta confronto, teme la suocera di Bianchi
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L'inchiesta sull'omicidio di Pierina Paganelli registra un nuovo sviluppo. Alessandro Dassilva, accusato di essere coinvolto nel delitto, ha rifiutato di confrontarsi con Antonio Bianchi, altro indagato nel caso. La motivazione addotta da Dassilva è sorprendente: la paura della suocera di Bianchi.
Secondo quanto emerso dalle dichiarazioni rese dagli avvocati di Dassilva, il rifiuto del confronto non è dovuto a una mancanza di collaborazione con le indagini, ma piuttosto a una preoccupazione per la sicurezza personale. L'uomo sostiene di temere possibili reazioni aggressive da parte della suocera di Bianchi, ritenuta una figura influente nell'ambiente circostante alla vittima e potenzialmente ostile nei suoi confronti. Questa affermazione, per quanto inaspettata, ha aperto nuove prospettive investigative.
Gli inquirenti stanno ora valutando la fondatezza delle dichiarazioni di Dassilva e cercando di accertare se la suocera di Bianchi abbia effettivamente un ruolo, diretto o indiretto, nell'omicidio di Pierina Paganelli. Le indagini si concentrano anche sul rapporto tra Dassilva e la vittima, cercando di ricostruire gli eventi che hanno portato alla morte di Pierina Paganelli e il possibile coinvolgimento di entrambi gli indagati. L'ipotesi principale resta quella di una collusione tra Dassilva e Bianchi, ma la testimonianza di Dassilva, pur se indiretta, potrebbe aprire scenari imprevisti.
L'avvocato di Dassilva ha sottolineato l'importanza di garantire la sicurezza del suo assistito, evidenziando la necessità di proteggerlo da eventuali minacce, anche quelle provenienti da persone non direttamente coinvolte nell'inchiesta. Le indagini proseguono a pieno ritmo, con la speranza di fare luce sulle dinamiche ancora oscure di questo complesso caso di omicidio. Le prossime settimane saranno decisive per comprendere il ruolo effettivo di entrambi gli indagati e svelare la verità sulla morte di Pierina Paganelli.