Castellucci: "Responsabile, ma non colpevole" nel crollo del Morandi
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L'ex amministratore delegato di Autostrade per l'Italia, Giovanni Castellucci, si è difeso oggi in aula nel processo sul crollo del Ponte Morandi, sostenendo di sentirsi responsabile, ma non colpevole. La sua testimonianza ha rappresentato un momento chiave del processo, focalizzandosi sulla gestione della manutenzione del viadotto e sulle decisioni prese negli anni precedenti al tragico evento del 14 agosto 2018.
Castellucci ha ammesso che, in qualità di AD, aveva una responsabilità generale sulla sicurezza delle infrastrutture gestite da Autostrade per l'Italia. Tuttavia, ha ribadito più volte di non aver avuto partecipazione diretta nelle scelte specifiche relative alle ispezioni e ai lavori di manutenzione del Ponte Morandi. Ha sottolineato di aver fatto affidamento sulle valutazioni tecniche fornite dai suoi collaboratori e dagli esperti incaricati, evidenziando la complessità della gestione di una rete autostradale così vasta.
La difesa di Castellucci si è concentrata sulla delegata responsabilità, sostenendo che le decisioni cruciali relative al ponte fossero state prese a livelli gerarchici inferiori. Ha evidenziato le numerose perizie e relazioni tecniche presentate nel corso del processo, che a suo dire, non avrebbero dimostrato una sua diretta responsabilità nella causa del crollo. Ha inoltre rimarcato l'impegno profuso da Autostrade per l'Italia negli investimenti per la manutenzione delle infrastrutture, anche se questo impegno, secondo l'accusa, non sarebbe stato sufficiente a prevenire la tragedia.
Il processo continua, con l'aspettativa che le prossime testimonianze e le future argomentazioni possano fornire un quadro più completo della vicenda. La dichiarazione di Castellucci, pur assumendo una posizione di responsabilità morale, lascia aperta la questione della sua colpevolezza penale, un aspetto che dovrà essere valutato dal tribunale alla luce di tutte le prove raccolte durante il lungo iter giudiziario.
La tragedia del Ponte Morandi ha profondamente segnato la città di Genova e l'Italia intera, lasciando una ferita aperta che la giustizia cerca di rimarginare attraverso un processo complesso e delicato, chiamato a far luce sulle responsabilità di chi, a vario titolo, ha contribuito alla gestione e alla manutenzione del viadotto. Il peso di questa tragedia, e la ricerca della verità, continuano ad essere al centro del dibattimento.