Politica

De Kerangal: L'ombra infinita delle guerre

La scrittrice Maylis de Kerangal, in una recente intervista, ha affermato che viviamo immersi nella risacca infinita delle guerre. Non …

De Kerangal: L'ombra infinita delle guerre

L

La scrittrice Maylis de Kerangal, in una recente intervista, ha affermato che viviamo immersi nella risacca infinita delle guerre. Non si tratta solo dei conflitti aperti, ma di un'eredità pesante, di una perpetua instabilità che permea la nostra società e influenza ogni aspetto della nostra vita.

De Kerangal sottolinea come le guerre, anche quelle apparentemente lontane nel tempo e nello spazio, lascino un'impronta indelebile. Le conseguenze economiche, la crisi migratoria, la diffusione dell'odio e del fanatismo, sono solo alcuni esempi della prolungata eco di questi eventi tragici. La scrittrice parla di una sensazione di precarietà costante, di un'inquietudine latente che si manifesta in diversi modi, dalla crescente disuguaglianza sociale alla diffusione di paure irrazionali.

Secondo De Kerangal, è necessario superare la semplificazione binaria tra guerra e pace, per comprendere la complessità del mondo in cui viviamo. Non si tratta di una semplice opposizione, ma di un continuum in cui la violenza strutturale si intreccia con la violenza aperta, creando un'atmosfera di insicurezza che condiziona le scelte individuali e le dinamiche globali.

La scrittrice invita a una riflessione profonda sulle cause profonde dei conflitti, sul ruolo dei media nel perpetuare stereotipi e pregiudizi, e sulla necessità di costruire una cultura della pace basata sulla comprensione reciproca, il rispetto delle differenze e la lotta alle ingiustizie. Solo attraverso un impegno collettivo e una coscienza critica, secondo De Kerangal, potremmo sperare di uscire da questa risacca infinita e costruire un futuro più giusto e sereno.

De Kerangal conclude l'intervista con un invito all'azione, sottolineando l'importanza della partecipazione attiva alla vita civile, del dialogo interculturale e della solidarietà nei confronti di coloro che sono maggiormente colpiti dalle conseguenze delle guerre, siano esse fisiche o psicologiche.

. . .