Cronaca

Famiglia condannata per l'omicidio di Saman: quattro ergastoli e 22 anni

Il processo per l'omicidio di Saman Abbas si è concluso con una sentenza di condanna per tutta la famiglia. Il …

Famiglia condannata per l'omicidio di Saman: quattro ergastoli e 22 anni

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Il processo per l'omicidio di Saman Abbas si è concluso con una sentenza di condanna per tutta la famiglia. Il tribunale di Reggio Emilia ha inflitto l'ergastolo a quattro imputati: il padre Shabbar Abbas, la madre Nazia Shaheen, lo zio Danish Hasnain e la cugina Fatima. La sentenza, attesa con ansia da mesi, ha riconosciuto la colpevolezza dei familiari per il delitto avvenuto nel 2021. La giovane Saman, di appena 18 anni, fu uccisa e il suo corpo, nonostante le estese ricerche, non è mai stato ritrovato.

La condanna a 22 anni di reclusione è stata invece inflitta ad un quinto imputato, il cugino Ikram Ijaz, ritenuto complice nell'omicidio. La sentenza, che condanna un intero nucleo familiare per l'eliminazione violenta di una giovane, ha sottolineato la gravità del delitto e l'assenza di attenuanti. La corte ha preso in considerazione le circostanze aggravanti del delitto, tra cui la crudeltà e la premeditazione. L'omicidio di Saman Abbas ha scosso l'Italia, diventando un simbolo della violenza di genere e del femminicidio, e questo verdetto segna un punto fermo nella lotta contro questi crimini.

Il processo, complesso e ricco di testimonianze e prove indiziarie, ha evidenziato i rapporti familiari complessi e la pressione esercitata su Saman per impedirle di seguire la sua vita e sposare il suo fidanzato italiano. Il movente del delitto sembrerebbe, secondo la ricostruzione giudiziaria, legato alla volontà di impedire il matrimonio combinato di Saman che non si piegava alle forti pressioni della famiglia, e agli stretti costumi della comunità. La sentenza, dunque, costituisce un monito alle comunità che tollerano violenze e crimini del genere, sottolineando l'importanza della lotta alla cultura del delitto d'onore e alla violenza sulle donne.

La procura aveva chiesto l'ergastolo per tutti e cinque gli imputati. L'avvocato delle parti civili ha espresso soddisfazione per la sentenza, sottolineando che rappresenta una vittoria importante nella lotta contro i crimini di questo genere, che non dovranno rimanere impuniti. Il lungo processo e la complessità delle indagini, rese difficili anche dalla mancanza del corpo di Saman, hanno contribuito a tenere alta l'attenzione mediatica sul caso, diventato simbolo di un tragico conflitto tra tradizione e modernità, tra cultura patriarcale e rispetto dei diritti umani.

La sentenza offre un segnale forte e inequivocabile di giustizia, un'affermazione dei valori di uguaglianza e rispetto della dignità umana. L'auspicio è che questo verdetto possa contribuire a prevenire futuri crimini simili e possa incoraggiare le vittime di violenza a denunciare le aggressioni e a trovare il supporto di cui hanno bisogno.

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