Ianes attacca le nuove Indicazioni Nazionali: un'educazione chiusa al mondo?
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Il presidente dell'Indire, Giovanni Ianes, ha espresso forti critiche sulle nuove Indicazioni Nazionali per il curricolo scolastico. In un'intervista, Ianes ha definito le linee guida come piene di paura, manifestando preoccupazione per un approccio eccessivamente restrittivo e nazionalista. Secondo Ianes, le Indicazioni rispecchierebbero una visione limitata dell'educazione, che teme la globalità del mondo, la diversità culturale e il superamento delle barriere tra le discipline.
L'analisi di Ianes si concentra sulla mancanza di una visione aperta e inclusiva. Il timore principale, secondo il presidente dell'Indire, è che questa impostazione possa soffocare la creatività e la curiosità degli studenti, limitando la loro capacità di affrontare le sfide di un mondo sempre più interconnesso e complesso. La critica si estende alla frammentazione disciplinare, che impedirebbe l'apprendimento trasversale e la capacità di problem solving.
Secondo Ianes, l'educazione dovrebbe essere uno strumento per formare cittadini del mondo, capaci di dialogare con culture diverse e di affrontare le problematiche globali con una prospettiva aperta e inclusiva. Le nuove Indicazioni, invece, sembrerebbero puntare ad un modello più conservativo e chiuso, che non prepara adeguatamente le nuove generazioni alle sfide del futuro. La preoccupazione è che questo approccio possa avere conseguenze negative sulla competitività del sistema educativo italiano a livello internazionale.
L'intervista si conclude con un appello a riconsiderare le Indicazioni Nazionali, affinché possano realmente promuovere una formazione completa e moderna, capace di formare cittadini consapevoli, critici e preparati ad affrontare le sfide della globalizzazione. Ianes sollecita un dibattito aperto e inclusivo, coinvolgendo tutti gli attori del sistema educativo, per garantire che la scuola italiana possa svolgere appieno il suo ruolo di promozione della crescita individuale e collettiva nel contesto del XXI secolo.