L'alibi dei 21 secondi: la difesa del boss Di Giacomo
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Il processo per l'omicidio del boss mafioso Antonio Di Giacomo ha preso una svolta inaspettata con la presentazione di una difesa basata su un alibi di appena 21 secondi. Gli avvocati di Di Giacomo sostengono che il loro cliente si trovava in un luogo diverso al momento del delitto, supportando questa tesi con registrazioni video e testimonianze. La credibilità di questa difesa, tuttavia, è stata messa fortemente in discussione dall'accusa, che ha presentato prove contrastanti e ha sottolineato le incongruenze presenti nelle dichiarazioni dei testimoni a favore dell'imputato.
La chiave dell'alibi risiede in un filmato di videosorveglianza che, secondo la difesa, dimostra la presenza di Di Giacomo in un bar distante dalla scena del crimine. Il filmato, di qualità non ottimale, mostra una figura che assomiglia all'imputato per un brevissimo lasso di tempo, circa 21 secondi. L'accusa, però, contesta l'autenticità del filmato, sostenendo che sia stato manipolato o che si tratti di un'errata interpretazione delle immagini. Inoltre, vengono contestati i tempi di percorrenza tra il presunto luogo di presenza del boss e la scena del crimine, suggerendo l'impossibilità di un alibi così stretto.
Il dibattimento si è concentrato anche sull'analisi delle testimonianze, con gli avvocati della difesa che hanno portato in aula diverse persone che avrebbero confermato la presenza di Di Giacomo nel bar nel momento del delitto. Tuttavia, l'accusa ha messo in dubbio la credibilità di queste testimonianze, evidenziando potenziali legami tra i testimoni e l'imputato e insinuando la possibilità di false testimonianze. Si è discusso ampiamente sulla possibilità di una cospirazione per depistare le indagini e proteggere Di Giacomo, creando un alibi fittizio studiato nei minimi dettagli.
Il processo è ancora in corso e si prevede una lunga battaglia legale. L'esito dipenderà in larga misura dalla valutazione delle prove da parte del giudice, che dovrà stabilire se l'alibi dei 21 secondi sia sufficiente a scagionare Di Giacomo dall'accusa di omicidio. La vicenda mantiene alta la tensione e suscita un forte interesse nell'opinione pubblica, non solo per la figura del boss coinvolto, ma anche per la particolarità e la complessità della strategia difensiva adottata.