Malati contro il fine vita: 'Il dolore spezza la volontà'
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Un gruppo di pazienti affetti da malattie gravi si è unito per esprimere la propria contrarietà al diritto al suicidio assistito, sottolineando come il dolore, spesso debilitante, possa compromettere la capacità di prendere decisioni consapevoli e libere. Secondo gli attivisti, la sofferenza fisica e psicologica può vizzare la volontà, rendendo difficile distinguere un vero desiderio di morire da una scelta dettata dalla disperazione e dalla mancanza di alternative terapeutiche adeguate.
La campagna, lanciata con lo slogan "La vita è preziosa, anche nel dolore", mira a sensibilizzare l'opinione pubblica e le istituzioni sull'importanza di garantire cure palliative di alta qualità e un supporto psicologico adeguato ai malati terminali, al fine di migliorare la qualità della vita e alleviare la sofferenza, senza ricorrere a soluzioni estreme. I promotori sottolineano la necessità di investire in ricerca e innovazione per lo sviluppo di nuove terapie e trattamenti per malattie attualmente incurabili, migliorando così le prospettive di cura e riducendo la disperazione.
I pazienti coinvolti hanno condiviso le proprie testimonianze, evidenziando come l'amore, il supporto familiare e l'accesso a cure appropriate siano stati fondamentali nel superare momenti di profonda sofferenza. Hanno inoltre espresso preoccupazione per la possibilità di abusi e pressioni su persone vulnerabili, sottolineando la necessità di una legislazione rigorosa e attenta che protegga i diritti dei più deboli. L'obiettivo non è quello di negare il diritto alla dignità e al sollievo dalla sofferenza, ma di promuovere una cultura della cura e del supporto che riconosca il valore intrinseco di ogni vita, indipendentemente dalla condizione di salute.
La battaglia per il diritto al fine vita è un dibattito complesso e delicato, che richiede un approccio attento e ponderato, che tenga conto delle diverse prospettive e delle specificità di ogni singolo caso. È fondamentale garantire che ogni decisione venga presa in piena libertà e consapevolezza, lontano da qualsiasi forma di coercizione o influenza esterna. L'attenzione non deve concentrarsi solo sulla morte, ma soprattutto sulla qualità della vita e sulla possibilità di vivere con dignità fino all'ultimo momento. Questo gruppo di pazienti si impegna a contrastare l'eutanasia, promuovendo invece un'assistenza sanitaria più umana e compassionevole, che permetta di affrontare il dolore e la malattia nel rispetto della persona e della sua integrità.