Neonato di Bari: vivo all'abbandono, morto in culla termica
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La perizia irripetibile sul caso del neonato trovato morto nella culla termica di Bari ha rivelato un dato sconvolgente: il piccolo era ancora vivo al momento dell'abbandono. L'esame, condotto da esperti incaricati dalla procura, ha escluso la morte per cause naturali prima del ritrovamento. Questo cambia radicalmente la prospettiva investigativa, spostando l'attenzione sulle circostanze dell'abbandono e sulle eventuali responsabilità che potrebbero ricadere su chi ha lasciato il bambino nella struttura.
L'autopsia ha accertato che la causa del decesso è da attribuirsi a complicazioni derivanti dall'ipotermia e da una carenza di ossigeno, ma l'analisi ha evidenziato che queste condizioni non erano presenti al momento dell'abbandono. Questo significa che il neonato ha trascorso un lasso di tempo significativo nella culla termica prima di morire, un lasso di tempo durante il quale avrebbe potuto essere salvato.
Gli investigatori stanno ora focalizzando le loro indagini sulla ricostruzione della timeline degli eventi, cercando di identificare chi ha lasciato il bambino e perché. Verranno esaminati i filmati delle telecamere di sicurezza presenti nella zona, si analizzeranno le testimonianze e si cercherà di ricostruire l'identità della madre o di chi si è preso cura del piccolo prima dell'abbandono. La gravità della situazione ha portato ad un'accelerazione delle indagini, con la speranza di fare luce su questo tragico evento e di individuare i responsabili.
La scoperta che il bambino fosse vivo al momento dell'abbandono ha suscitato profonda commozione e indignazione pubblica. Si tratta di una tragedia evitabile, che ha sollevato interrogativi sulla sicurezza delle culle termiche e sulla necessità di una maggiore sorveglianza in questi luoghi. Le autorità sanitarie stanno valutando l'opportunità di implementare nuove misure di sicurezza per prevenire futuri incidenti simili. L'inchiesta è ancora in corso e ulteriori dettagli emergeranno nelle prossime settimane, ma la rivelazione della perizia irripetibile rappresenta una svolta decisiva nelle indagini, indirizzandole verso la ricerca di responsabilità umane per la morte del piccolo.