Primo incontro 'stanza affettività' nel carcere di Terni
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Il carcere di Terni ha inaugurato venerdì scorso una nuova iniziativa volta a migliorare le condizioni di detenzione e a promuovere il benessere dei reclusi: la 'stanza dell'affettività'. Si tratta di uno spazio dedicato agli incontri intimi tra i detenuti e i loro familiari, progettato per creare un'atmosfera più serena e privata rispetto alle tradizionali sale visita. L'obiettivo è quello di facilitare il mantenimento dei legami familiari, fondamentali per la rieducazione e il reinserimento sociale dei detenuti.
La stanza è arredata in modo confortevole ed accogliente, con mobili morbidi e colori rilassanti, creando un ambiente meno istituzionale e più umano. Sono state prese in considerazione anche le esigenze dei bambini, prevedendo spazi e giochi adatti alle diverse fasce d'età. La direzione del carcere spera che questa iniziativa contribuisca a ridurre lo stress e l'ansia associati alle visite, favorendo un rapporto più naturale e spontaneo tra detenuti e familiari.
L'inaugurazione della 'stanza dell'affettività' rappresenta un passo importante nell'evoluzione del sistema penitenziario italiano, che sta sempre più puntando sulla dignità umana e sul benessere psicologico dei detenuti. L'iniziativa è stata accolta con favore dalle associazioni che si occupano dei diritti dei detenuti, che sottolineano l'importanza di investire nella riabilitazione e nel supporto alle famiglie. Si tratta, secondo gli esperti, di un modello da replicare in altri istituti penitenziari per migliorare la qualità della vita dei detenuti e facilitare il loro percorso di reinserimento sociale.
Il primo incontro nella 'stanza dell'affettività' si è svolto senza problemi, con riscontri positivi da parte sia dei detenuti che dei loro familiari. La direzione del carcere sta monitorando attentamente l'utilizzo dello spazio e raccogliendo feedback per eventuali miglioramenti futuri. L'idea è quella di ampliare l'iniziativa e di personalizzare l'offerta in base alle specifiche esigenze delle diverse realtà familiari. Questo progetto sottolinea la necessità di considerare il carcere non solo come un luogo di punizione, ma anche come un ambiente in cui è possibile lavorare sulla riabilitazione e il recupero delle persone.