Processo per la morte di Satnam: Landini denuncia un sistema
S
Si è aperto oggi il processo per la morte di Satnam Singh, il bracciante indiano deceduto durante il lavoro nei campi. Il segretario generale della Fai-Cisl, Luigi Landini, ha definito il caso "non isolato", lanciando un duro attacco alle condizioni di lavoro nel settore agricolo italiano.
Landini ha sottolineato la necessità di un'immediata e profonda riforma del settore, evidenziando la precarietà e lo sfruttamento cui sono sottoposti molti lavoratori stranieri. Secondo il sindacalista, la morte di Satnam è la tragica conseguenza di un sistema che permette, e in alcuni casi addirittura favorisce, queste pratiche illegali.
"Non possiamo più tollerare che la vita umana sia sacrificata sull'altare del profitto", ha dichiarato Landini, chiedendo pene severe per i responsabili e una maggiore vigilanza da parte delle istituzioni. Il processo, che si preannuncia lungo e complesso, vedrà confrontarsi le accuse della procura con la difesa degli imputati.
La morte di Satnam ha scosso l'opinione pubblica e riacceso il dibattito sulle condizioni di lavoro nei campi, spesso segnate da bassi salari, lunghe ore di lavoro e assenza di tutele. Organizzazioni sindacali e associazioni per i diritti umani chiedono una maggiore attenzione da parte del governo e un intervento deciso per contrastare lo sfruttamento e garantire la sicurezza dei lavoratori agricoli.
Il processo si concentrerà sulle circostanze della morte di Satnam, cercando di accertare le responsabilità dei datori di lavoro e di chiunque altro abbia contribuito a creare le condizioni che hanno portato al tragico epilogo. L'esito del processo sarà cruciale per stabilire un precedente e per inviare un messaggio chiaro a chi continua a sfruttare i lavoratori più vulnerabili.