Salis e Orlando chiedono la chiusura del Cpr di Milo: 'Violazioni dei diritti'
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I senatori Luigi Salis e Riccardo Orlando hanno effettuato un'ispezione a sorpresa presso il Centro di Permanenza per il Rimpatrio (Cpr) di Milo, in Sicilia. Al termine della visita, i due parlamentari hanno espresso forte preoccupazione per le condizioni di detenzione e per le gravi violazioni dei diritti umani riscontrate. Secondo i senatori, la struttura non rispetta gli standard minimi di dignità e umanità previsti dalla legge.
Durante l'ispezione, Salis e Orlando hanno raccolto testimonianze dirette da parte dei detenuti, che hanno denunciato carenze igienico-sanitarie, mancanza di assistenza medica adeguata e limitazioni alla libertà di comunicazione. Sono state inoltre rilevate condizioni di sovraffollamento che aggravano ulteriormente la situazione già critica. I senatori hanno sottolineato la necessità di un'immediata indagine da parte delle autorità competenti per accertare la veridicità delle accuse e per adottare i provvedimenti necessari.
A seguito della visita, Salis e Orlando hanno rilasciato una dichiarazione congiunta nella quale chiedono la chiusura immediata del Cpr di Milo. Hanno definito la struttura "inadatta ad ospitare esseri umani" e hanno affermato che le condizioni riscontrate sono inaccettabili in uno Stato di diritto. I senatori si sono impegnati a portare all'attenzione del Parlamento le gravi irregolarità rilevate, chiedendo l'apertura di un'inchiesta parlamentare per fare piena luce sulla vicenda.
La visita dei senatori Salis e Orlando rappresenta un ulteriore capitolo nella battaglia per i diritti dei migranti e per il rispetto delle norme internazionali in materia di detenzione. La loro richiesta di chiusura del Cpr di Milo si inserisce nel dibattito più ampio sulle condizioni dei centri di permanenza in Italia e sulla necessità di una riforma del sistema di accoglienza e rimpatrio. Le affermazioni dei senatori sollevano interrogativi sulla gestione del Cpr e sulla necessità di garantire il rispetto dei diritti fondamentali di tutte le persone, indipendentemente dalla loro situazione legale.
Le autorità competenti sono chiamate a rispondere alle accuse sollevate dai senatori, a condurre un'indagine approfondita e a garantire la trasparenza nella gestione dei Cpr. La questione sollevata desta preoccupazione anche per la comunità internazionale, richiamando l'attenzione sul rispetto dei diritti umani nell'ambito della politica migratoria italiana.