Sarandon: "Clima di intimidazione, non ci arrendiamo"
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L'attrice Susan Sarandon ha lanciato un forte appello contro quello che definisce un clima di intimidazione crescente nel mondo dello spettacolo e nella società in generale. In una recente intervista, Sarandon ha affermato che nonostante le pressioni e le minacce implicite o esplicite, non è intenzionata a cedere alle forze che cercano di silenziare le voci dissidenti.
La celebre attrice, nota per il suo attivismo politico e per le sue posizioni spesso controcorrente, ha sottolineato l'importanza di resistere a ciò che considera un tentativo di soffocare il dibattito pubblico e di limitare la libertà di espressione. Secondo Sarandon, questo clima di intimidazione si manifesta attraverso diverse forme, dalle campagne di diffamazione online alle pressioni economiche esercitate su chi osa esprimere opinioni non allineate al pensiero dominante.
"Non possiamo permetterci di tacere", ha dichiarato Sarandon, "dobbiamo continuare a combattere per i nostri ideali, anche a costo di affrontare resistenze e pressioni. Il silenzio è complicità, e io non intendo essere complice di un sistema che cerca di zittire le voci critiche." L'attrice ha esortato tutti coloro che condividono la sua preoccupazione a unirsi alla lotta contro l'intimidazione e a difendere la libertà di parola con coraggio e determinazione.
Sarandon ha poi fatto riferimento a specifici esempi di censura e repressione che ha osservato personalmente, senza però entrare nei dettagli per proteggere le persone coinvolte. Ha comunque ribadito la sua determinazione a rimanere attiva nel dibattito pubblico e a continuare a usare la sua voce per promuovere le cause in cui crede, nonostante le possibili conseguenze.
La dichiarazione di Sarandon ha suscitato un acceso dibattito sui social media e tra gli addetti ai lavori, con numerosi commenti a sostegno della sua posizione e altri che esprimono invece perplessità o addirittura critiche. Indipendentemente dalle opinioni espresse, è innegabile che le parole di Sarandon hanno acceso un faro sulla questione cruciale della libertà di parola in un'epoca segnata da una crescente polarizzazione e da una diffusione capillare di disinformazione e hate speech.