Schwa censurato: Liceo vieta suono 'non italiano'
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Lo schwa, suono neutro presente in molte lingue, è diventato protagonista di una censura in un liceo italiano. Un giornalino scolastico, frutto del lavoro degli studenti, è stato bloccato dalla dirigenza per l'utilizzo di questo suono, ritenuto non conforme alla grammatica italiana. La decisione ha scatenato polemiche tra studenti e docenti.
La dirigenza scolastica ha motivato la censura sostenendo che l'utilizzo dello schwa, rappresentato graficamente con l'alfabeto fonetico internazionale (IPA) con il simbolo ə, è inappropriato in un contesto scolastico dedicato all'italiano. Si è affermato che la lingua italiana non prevede tale suono e la sua inclusione nel giornalino potrebbe confondere gli studenti. La giustificazione ha tuttavia sollevato perplessità tra chi evidenzia come lo schwa, pur non essendo una lettera dell'alfabeto italiano, rappresenti un fenomeno fonetico reale, presente nel parlato italiano colloquiale e in diverse varietà dialettali.
Gli studenti, autori del giornalino, hanno espresso forte disappunto per la censura, sottolineando il carattere informativo e di sperimentazione linguistica del loro lavoro. Si chiedono perché sia stato ritenuto necessario impedire la pubblicazione di un articolo che, secondo loro, non solo non danneggiava la comprensione del testo, ma anzi offriva una prospettiva più completa e accurata sulla fonetica della lingua. La vicenda ha acceso un dibattito sulla libertà di espressione all'interno delle scuole e sulla necessità di un approccio più aperto e meno rigido all'insegnamento della lingua italiana.
Alcuni docenti si sono schierati a fianco degli studenti, evidenziando l'importanza di promuovere la curiosità linguistica e di non reprimere iniziative che stimolano la ricerca e l'approfondimento. La vicenda, dunque, solleva interrogativi più ampi sul ruolo della scuola nel promuovere la creatività e la libertà di pensiero, anche nel campo linguistico. La questione dello schwa censurato rappresenta un caso emblematico di come le norme possano entrare in conflitto con la realtà linguistica e con la libertà di espressione degli studenti.