Stampa 3D: la fine dei dazi secondo Rifkin?
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Jeremy Rifkin, noto economista ed attivista, prevede il fallimento delle politiche protezionistiche basate sui dazi, in virtù della rivoluzione della stampa 3D. Secondo Rifkin, la capacità di produrre beni localmente, grazie alla diffusione sempre maggiore di stampanti 3D, renderà obsolete le barriere commerciali tradizionali.
La produzione distribuita consentirà alle aziende di spostare la produzione più vicino ai mercati di consumo, riducendo significativamente i costi di trasporto e di importazione. Questo cambiamento, argomenta Rifkin, indebolirà il potere dei governi di imporre dazi e proteggere le industrie nazionali dalle competizioni internazionali. La globalizzazione, quindi, non sarà più basata sul commercio internazionale di prodotti finiti, ma su una condivisione globale di progetti e modelli 3D, che saranno poi prodotti localmente.
Rifkin sottolinea l'importanza di considerare questo nuovo paradigma economico. Le politiche basate sui dazi, secondo la sua analisi, potrebbero risultare inefficaci e persino controproducenti nel lungo termine, ostacolando l'innovazione e limitando la crescita economica. La stampa 3D, invece, rappresenta un potenziale strumento di democratizzazione della produzione, permettendo a piccole e medie imprese di competere con i grandi player globali.
L'economista invita i governi ad adattare le proprie strategie commerciali a questa nuova realtà, investendo in infrastrutture e formazione per supportare la diffusione della stampa 3D e la creazione di un nuovo ecosistema economico. Questo processo, se gestito correttamente, potrebbe portare a una maggiore sostenibilità ambientale, una riduzione della dipendenza dalle catene di approvvigionamento globali e una più equa distribuzione della ricchezza.
Nonostante l'ottimismo, Rifkin riconosce le sfide poste dall'adozione diffusa della stampa 3D, come la necessità di regolamentare la sicurezza dei materiali, la protezione della proprietà intellettuale e l'affrontare le implicazioni etiche e sociali di questa tecnologia. Tuttavia, crede che i benefici a lungo termine superino di gran lunga i rischi, e che la stampa 3D rappresenti una svolta epocale nel panorama economico globale, destinata a ridefinire il commercio internazionale e a rendere obsolete molte delle politiche commerciali tradizionali.